Sono contento

Smile

In questi giorni sono contento.

Sono contento perché tutti gli impegni di questa settimana sono sfumati, spostati, annullati, aggiunti, tutti incastrandosi alla perfezione e senza un mio intervento. Sono soddisfazioni.

Sono contento perché tutte le liste da me citate nei “consigli” sulle elezioni universitarie hanno avuto la loro parte: Studenti Indipendenti ha avuto la meglio a fisica (e ha preso rappresentanti in Facoltà, pur essendo presente praticamente solo a fisica), il Gruppo Kos ha stravinto a medicina e Ateneo Studenti, in ballo fino all’ultimo, ha strappato un posto in cda per una manciata di voti (voci non confermate stimano che siano tre). Se con il mio post ho convinto tre persone a votare, sono stati tre voti indispensabili. Detta così mi ricorda Mastella alle elezioni politiche del 2006.

Sono contento (e qui mescolo il diavolo e l’acqua santa) perché, grazie all’opposizione dell’Italia dei Valori, una norma inserita nei meandri del decreto sicurezza non è passata: sembrava troppo la solita trovata ad personam dell’amato Silvio.

Elezioni Universitarie

Loghi elettorali

L’Italia ostenta votazioni, come se non fosse del tutto chiaro e sicuro che siamo in una democrazia. Ogni due per tre siamo invitati ad andare a esprimere la nostra preferenza per l’una o per l’altra formazione politica.

Questa volta il mondo che verrà deciso democraticamente è quello universitario. Oggi e domani, infatti, gli studenti dell’Università di Pavia stanno decidendo chi vorranno nei Consigli Didattici, nei Consigli di Facoltà, nel Senato Accademico e nel Consiglio di Amministrazione. Essendo stato per quattro anni rappresentante degli studenti (per due liste diverse, peraltro, Coordinamento per il Diritto allo Studio – UDU e Ateneo Studenti), voglio dire la mia anche se ormai sono “fuori dal giro”, cercando di dare un consiglio su chi lavora meglio e chi peggio all’interno dei vari organi accademici.

Inizio subito con il pessimo giudizio nei confronti di Azione Universitaria, associazione formata dagli studenti di destra: al di là della mia fede politica, nei miei anni di militanza universitaria raramente li ho incontrati ai consigli. Come sottolinea Matteo Bertani sul numero di Inchiostro dedicato alle elezioni, nella Facoltà di Scienze le loro assenze sfiorano il 90%. Come poi non notare come, durante la riunione della Commissione Acersat in cui Azione Universitaria non ha presentato iniziative, il rappresentante di quest’ultima associazione non si sia nemmeno presentato. EvaporAzione Universitaria, insomma, per parafrasare le parole di Matteo usate spesso negli incontri con gli studenti.

Meno drammatico, ma comunque negativo, è il mio giudizio nei confronti del Coordinamento per il Diritto allo Studio – UDU, l’associazione degli studenti di sinistra. Pur essendo politicamente molto attivi e partecipi, spesso si rivelano molto schierati dietro alla loro ideologia, votando contro a proposte serie, solamente perché presentate da altre associazioni. Un caso a parte merita il Gruppo Kos della Facoltà di Medicina, indipendente dall’associazione. Se fossi uno studente di quest’ultima facoltà, senza indugio voterei per il gruppo Kos, senza però seguire il loro consiglio di votare per il Coordinamento nelle alte cariche, dove il gruppo non presenta candidati.

Tra i gruppi presenti solo in una facoltà spicca Studenti Indipendenti, fondato da Matteo Bertani durante le elezioni del 2004 per il solo Corso di Laurea in Fisica, estesosi poi a tutta la Facoltà di Scienze nel 2006. In questo caso, infatti, non avrei alcun dubbio su chi votare.

Per tutto il resto… c’è Mastercard, dirà qualcuno. Invece c’è Ateneo Studenti, associazione vicina a Comunione e Liberazione. Pur essendo questi “ciellini” fino al midollo osseo, nonostante il mio ateismo imperante, devo ammettere che lavorano bene: poco assenteismo, buone idee e soprattutto, niente politica. E, ovviamente, tra le loro proposte non si parla mai di istituire il crocifisso obbligatorio nelle aule, come i ragazzi di altre associazioni amano malignare.

Detto questo, che è il mio personale punto di vista, lascio allo studente la scelta di chi votare. L’importante è andarci, a votare, per sfruttare quest’ultimo baluardo di democrazia che è rimasto nel nostro paese.

Ministri e ministre

Berlusconi IV

Il nuovo governo ha giurato e Silvio ha diminuito i Ministri, come promesso. E ha diminuito anche le donne, come non promesso. D’altronde, si sa, lui con le donne ha un rapporto amore/odio molto particolare.

Qualcuno penserà erroneamente che a soccombere siano stati i Ministeri inutili. In effetti è così: a cosa serve il Ministero della Sanità? Si è preferito unirlo a quello del Welfare (Benessere), l’unica anomalia esterofila nel campanilismo degli altri dicasteri. Niente più Salute, dunque. Ricordiamocelo quando qualcuno vicino a noi starnutirà: “Atchou!”, “Welfare!”, “Grazie”.

L’altro Ministero a cadere sotto il Berlusconi IV è quello delle Comunicazioni, altrettanto inutile. Ora che Silvio è al governo tutte le televisioni sono sue, i giornali hanno i finanziamenti pubblici, la radio non l’ascolta più nessuno. A che serve un Ministro? Anche la questione di Rete4 è stata abilmente sistemata dal governo uscente per non creare grane al nuovo premier.

I due Ministeri di “Università e Ricerca” e “Pubblica Istruzione” sono stati invece di nuovo unificati. Forse è meglio, così si potevano togliere le parole inutili, come “Pubblica” e “Ricerca”, cui ormai non crede più nessuno: abbiamo quindi “Scuola e Università”.

I Ministeri utili, invece, sono rimasti tutti.

L’Attuazione del programma è andato a Rotondi, per aver contribuito in modo determinante alla vittoria alle elezioni. Ecco, caro Romano, questa è la differenza tra vincere con 200 mila voti in meno (vedi Mastella alla Giustizia) o vincere con qualche milione in più.

Calderoli, invece, ha avuto un ministero fatto apposta per lui: semplificare le leggi. L’immagine può essere paragonata a quella di una scimmia cui viene dato il Cubo di Rubik. Almeno sta buono per un po’.

Dulcis in fundo, non poteva mancare l’imitazione del modello francese: gnocca a Montecitorio. Silvio, che ormai ha superato i settant’anni, deve accontentarsi di averla come Ministro: Mara Carfagna alle Pari Opportunità, ovvero gnocca per tutti!

Meglio così che a letto, d’altronde, altrimenti tutti i giorni su “la Repubblica” troviamo una lettera di Veronica…

Errata corrige

Articolo del Corriere

Ieri sul Corriere della Sera Lombardia è stato pubblicato un articolo di Giuseppe Spatola riguardante “Inchiostro”. Mezza pagina del più importante quotidiano del nostro paese non sono male.

Non sarebbero male, se non fosse che rappresentano il peggior esempio di giornalismo che mi sia capitato sott’occhio (non volendo coinvolgere Inchisotro nella bagarre, faccio presente che parlo a nome mio).

Durante il pomeriggio del 21 aprile, Alessio Pappagallo e Alberto Bianchi (il direttore) si sono recati nella redazione di Inchiostro. La fotografa del Corriere li ha raggiunti e il giornalista li ha chiamati, intervistandoli per una decina di minuti. Non so se la conversazione è stata registrata, né se Giuseppe Spatola ha preso appunti. Solo la mancanza di entrambe le “precauzioni” giustificherebbe l’articolo (ma non la superficialità del giornalista).

Ecco alcune perle.

  • Il direttore [di Inchiostro] resta in carica fino alla laurea, come vuole la tradizione.
    Quale tradizione? E poi quale laurea? Triennale? Magistrale?
  • Inchiostro ha partecipato al festival della letteratura.
    Forse era il Festival del Giornalismo di Perugia, ma si sa che in Italia il giornalismo è pura invenzione creativa, quindi paragonabile alla letteratura.
  • Il primo numero uscì nel 1995 sotto la direzione di Marzio Remus.
    Va bene che Remus non era proprio un giovincello, ma nel 1995 aveva solo 22 anni. Cazzo! In teoria è possibile… e poi l’ha diretto fino alla laurea (la seconda), nel 2006?
  • Poi il comando passò a una donna, Luna Orlando.
    Qui l’errore è cronologico: prima c’è Luna Orlando, poi Marzio Remus. Da notare come Luna Orlando non abbia diretto il giornale fino alla laurea, come vorrebbe la “tradizione”.
  • Tre direttori in 13 anni sono un record positivo.
    Azz, tre direttori in 13 anni? Nemmeno Fidel Castro…
  • Stampiamo 110 numeri l’anno.
    Un mensile sui generis, quasi quotidiano. Questo è palesemente un errore di stampa, quindi “perdonabile”.
  • Alessio Pappagallo, collaboratore delle pagine politiche.
    Inchiostro non ha pagine politiche. Basta leggerlo per capirlo…

Segue un intervento del Rettore, virgolettato, quindi senza invenzioni dell’autore dell’articolo.

Al di là delle battute che mi sono permesso di fare, segnalo che il corso di giornalismo da me seguito anni fa presso il Collegio Nuovo fornisce alcuni consigli su come redigere un articolo che include un intervista. Quello principale è: inviare una copia dell’articolo all’intervistato/interessato, possibilmente prima della pubblicazione.

V2-day, per un giornalismo più serio.
25 aprile 2008. Torino, piazza San Carlo, dalle 15 alle 22. Io ci sarò.

Ciao Gianni

Foto matematici S. Pio 2004 - small

Oggi pomeriggio si è tenuto il Consiglio di Facoltà di Scienze MMFFNN. Nonostante il mio passato di studente politicamente impegnato, ormai non dovrei più presenziare a queste attività; oggi, però, il destino ha voluto che fossi lì in qualità di nuovo webmaster. Una sorta di presentazione mia e del mio lavoro a tutti i docenti della Facoltà.

Tiro in ballo il destino perché, prima del Consiglio, il Professor Gilardi, ordinario di Analisi Matematica, ha commemorato la prematura scomparsa del Professor Gianni Arrigo Pozzi, anch’egli ordinario di Analisi Matematica. La presentazione che ne ha dato è stata a dir poco commovente: un riassunto sintetico ma significativo della vita del docente.

Nel mio piccolo ho avuto poco a che fare con il Prof. Pozzi, vuoi per la mia non predilezione per l’analisi, vuoi per la mia pigrizia nel frequentare le lezioni (col senno di poi…). Una cosa, però, mi è rimasta impressa, ed è il suo amore per la didattica e per l’insegnamento. Un esempio su tutti è la dispensa del corso di Analisi Funzionale, ultimo esame del mio libretto prima della Laurea, la cui versione più recente risale al 23 agosto 2007, quando ormai “tutti sapevano già”…

Un amore per la scienza e per l’insegnamento che io voglio omaggiare con questa foto, scattata durante i festeggiamenti di San Pio il 9 maggio 2004. Un momento immortalato nel Collegio dove ha studiato (e dove ho studiato anche io) in cui viene ritratto con tutti i “matematici” presenti alla cerimonia.

Nell’ordine, da sinistra a destra sono presenti Emanuele “Willy” Dolera, il Prof. Eugenio Regazzini, il Prof. Gianni Arrigo Pozzi, il Prof. Gianni Gilardi, Marco “Zazzà” Morandotti, Leonardo “Nitrito” Pistone, io, Giacomo “Mollo” Carboni, Marco “Play” Fecchio, Raffaele “Pappa” Arecchi, Andrea “Pizzocchero” Moiola. Nella seconda fila Federica “Logor” Musetta, Rubina Ramponi, Andrea Pedrini, Elisa Tenni, Sara Daneri.

Ciao, Gianni!

Deus ex machina

Deus ex machina

Nelle opere teatrali dell’antica grecia, il deus ex machina era un aggeggio meccanico che permetteva al dio (uno dei tanti; mica come adesso che ci accontentiamo di uno solo) di intervenire con un colpo di scena per risolvere la vicenda raccontata nell’opera.

Oggi il termine assume un significato diverso, utilizzato per descrivere quelle soluzioni di “comodo” che gli autori di testi utilizzano per giungere alla conclusione voluta, spesso a scapito della logica o della coerenza della trama.

Nella scenetta che ogni anno vede protagoniste le matricole del Collegio Ghislieri (durante i festeggiamenti in ricordo del Papa fondatore), il Pius ex machina assume il significato greco del termine: il decano degli alunni sbuca fuori all’improvviso, risolvendo l’intricata vicenda che nel frattempo si era venuta a creare.

Oggi, invece, il Ministro della Giustizia Mastella ha dato le dimissioni. Non so chi sia il deus ex machina che ha permesso ciò, ma sicuramente è riuscito a risolvere una situazione disarmante e drammatica che apparentemente sembrava senza soluzione. Ovviamente, come per ogni governo italiano che si rispetti, tutti i politici sono solidali col povero Clemente e col suo povero partito che ha subito una vera e propria ecatombe.

Doretta è rimasta senza parole. Le ho scritto “Il ministro della giustizia ha dato le dimissioni” ma non mi ha risposto…

No papa, no party

Striscione contro il Papa

Ho scoperto di non essere ateo: il mio credo è una religione monoteista in cui io sono dio. Sopporto anche l’errore che gran parte degli esseri umani compie nel presupporre l’esistenza di un dio che non sia io e, per essere concorrenziale con il mio principale rivale, ho deciso di ammettere il perdono. Entro certi limiti, certo. Devo constatare però che, se il dio del Cristianesimo non esiste, purtroppo esiste (eccome) il suo rappresentante in terra, altrimenti detto Papa. Devo adoperarmi per essere concorrenziale anche su questo fronte.

Tornando a me, l’Università “La Sapienza” di Roma ha invitato, in occasione dell’Inaugurazione dell’Anno Accademico, questo fantomatico rappresentante, cosa che ha fatto infuriare, e non poco, studenti e professori dell’Ateneo in questione. In effetti anche io sono rimasto parecchio deluso del fatto che non mi abbiano invitato. Nel mio caso, tra l’altro, avrebbero potuto invitare direttamente l’ente sovrannaturale da cui il credo nasce, non un suo banale e materiale rappresentante.

Eppure, nonostante il mio profondo rammarico, credo che in tutta questa bagarre il povero compagno Ratzi non sia il vero colpevole. È come incolpare Pietro Taricone dell’esistenza del Grande Fratello: il pubblico vuole parolacce, gossip e quant’altro; la televisione si adegua. Così la gente vuole il Papa (che fa sempre il pienone nei suoi tour, è innegabile) e l’Università glielo mette in un piatto d’argento.

Certo è che mi spiazza parecchio la differenza tra i due piani su cui i nostri personaggi (il Papa e l’Università) si muovono. Se è vero che Taricone suscitava tanto appeal nei programmi televisivi, è pur vero che questi programmi non erano di spessore culturale elevato. Cosa sarebbe accaduto se lo avessero invitato a “Il Fatto” di Enzo Biagi? Sicuramente una caduta di stile.

Ma, anche in questo caso, non sarebbe stata colpa di Pietro Taricone…

Zio Rufus – Credi in qualche religione?
Doretta – Ogni religione insegna qualcosa
Zio Rufus – A te cosa ha insegnato la religione?
Doretta – Mi piacciono molto tutte le feste religiose!

Commissione all’italiana

vauro2004_07_14.gif

Finalmente è uscito il bando della Commissione Acersat, ovverosia l’organo dell’Università di Pavia preposto a finanziare le iniziative degli studenti. Per la prima volta quest’anno, il giornale Inchiostro non ha ricevuto di default i finanziamenti per tirare avanti, per cui è necessario fare richiesta e sperare che l’Università abbia compassione di un povero giornale squattrinato.

Non sarà comunque facile: gli interessi in gioco sono molti e la forza politica di Inchiostro è praticamente nulla. Basti pensare che la Commissione che assegna i fondi è composta da tre docenti e tre studenti, rappresentanti delle tre liste universitarie (Coordinamento per il Diritto allo Studio – UDU, Ateneo Studenti, Azione Universitaria), e che le associazioni che rappresentano richiedono a loro volta i fondi alla Commissione. Quindi il rappresentante dell’associazione X, durante la seduta della Commissione, dovrà votare quali iniziative finanziare e quali no. Secondo voi voterà a favore o voterà contro le iniziative presentate dalla sua associazione? E voterà a favore o voterà contro un’iniziativa di un gruppo esterno che rischia solo di “rosicchiare” euro dal budget complessivo dedicato agli studenti?

Se tutto questo non bastasse, c’è da aggiungere che le associazioni non rappresentate negli organi accademici devono anche raccogliere 50 firme per “dimostrare” di avere un seguito. Doppia fregatura, quindi: Inchiostro, oltre a non essere rappresentato e quindi rischiare di essere osteggiato in Commissione, deve anche raccogliere 50 firme di studenti universitari. Per fortuna da quest’anno la procedura è online. Chi desidera firmare per supportare la causa di Inchiostro può seguire questo link, accedere alla procedura attraverso il collegamento in fondo alla pagina e firmare inserendo i propri dati universitari come specificato nell’apposito form.

Per chi non credesse a quello che ho scritto in questo post, rimando ad alcune pagine interessanti:

Soddisfazioni

Tazza regalo

Capita poche volte nella vita di poter dire: “sono soddisfazioni”. Alcuni si accontentano della vittoria della propria squadra di calcio, altri trovano invece appagante vincere a scacchi contro un bambino di 10 anni alla prima partita. Il mio stato di “soddisfazione” è, ahimé, molto più difficile da raggiungere.

Tuttavia pochi giorni fa ho ricevuto una telefonata che davvero mi ha stupito e mi ha reso orgoglioso di me. Tre studenti lavoratori cui avevo fatto il tutorato di matematica a chimica, per ringraziarmi della mia disponibilità e del lavoro svolto, mi hanno fatto dono di una tazza (nella foto): un piccolo presente affinché io mi ricordassi di loro. In quello stesso momento, mi hanno anche confessato che erano dispiaciuti per la mia decisione di affrontare direttamente il mondo del lavoro e non proseguire la carriera accademica, in cui avrei potuto aiutare altri ragazzi come loro.

Queste sono le vere soddisfazioni.

E abbracciando Claudia, Emanuele e Giuseppe dico loro: grazie!