Restyling divino

Ieri ho dedicato il mio pomeriggio a guardare presepi in varie chiese di Cuneo. Questa ridente cittadina di provincia, oltre a essere eletta da Topolino “la città della noia”, raccoglie uno zoccolo duro di appassionati di presepi. Ogni anno le opere realizzate da questi personaggi vengono esposte in alcuni punti nevralgici (religiosamente parlando) della città. Chiese, ovviamente.

In uno di questi luoghi sacri/ameni ho trovato una mostra. Non le consuete panche di legno, ma pannelli atti a pubblicizzare nuove forme sinuose per chiese sempre più innovative: calici, candelabri, altari. Con tanto di preti a fianco, come le donnine nude coricate sulle automobili.

Vedere per credere!

La fregatura del novellino

Nel mio collegio, quando sono entrato, mi hanno fatto la “matricola”. Anche se a un pubblico esterno la cosa può sembrare anomala, in realtà non è stato così male.

Ora che sono entrato nel mondo del lavoro, è arrivata la fregatura del novellino, ovvero la vincita del premio “Italia che lavora”. Una fantomatica associazione “Pragma” ti fa credere che ti hanno scelto tra mille perché lavori bene e in questo modo ti frega dicendoti: “Vieni da noi a ritirare questo premio, ti costa solo 575 euro + IVA. Detraibili!”.

Certo, scommetto che mi presentano anche Babbo Natale.

In ogni caso la mia mamma ha deciso di scrivere a “Mi manda Raitre”. Io non l’avrei fatto perché la bufala era abbastanza chiara. Tuttavia, visto che alcuni ci sono cascati davvero, ho deciso di darle una mano. Pubblico il testo della missiva, con gli allegati.

All’attenzione della redazione di “Mi manda Raitre”.

Sono una telespettatrice che guarda assiduamente il vostro programma e vorrei sottoporre alla vostra attenzione una situazione a mio parere “sospetta”.
Lo scorso novembre mio figlio ha ricevuto una comunicazione da un’associazione denominata “Pragma Congressi”. La lettera, dopo una sviolinata sull’attività di mio figlio, dice che la sua azienda è stata scelta “tra quelle che nel corso dell’anno si sono maggiormente distinte nel proprio settore di attività” (allego copia della lettera) e che quindi avrebbe ricevuto il “Premio Italia che lavora”. Già di per sé la cosa è strana, visto che mio figlio è un programmatore informatico che lavora prevalentemente a casa per pochi clienti e non fa nessun tipo di pubblicità. Che l’azienda sia stata banalmente “estratta” dalle anagrafiche delle attività registrate alla Camera di Commercio?
Dopo aver scritto alla Segreteria dell’associazione chiedendo ulteriori informazioni (allego il botta e risposta), mi è stato risposto che il “costo” per ritirare il premio è di 575 euro + IVA, scaricabile come spesa pubblicitaria. Ma non era un premio? Da quando occorre pagare per ricevere un riconoscimento? In allegato c’era anche il modulo di partecipazione (che allego).
La sensazione che si prova è spiacevole: un giovane che ha avuto il coraggio di mettersi in gioco in un momento difficile per il nostro Paese si ritrova preso in giro da pseudo associazioni che premiano a pagamento. Per non parlare di quelli che ci “cascano”: oltre alla presa in giro, visto che il premio non è ufficialmente riconosciuto, rimane l’amaro in bocca del denaro speso.
Scartabellando su internet, ho trovato alcuni forum in cui varie persone come mio figlio commentano in maniera piuttosto negativa il premio in questione (allego la stampa della pagina). Si fa, tra l’altro, riferimento a “Striscia la notizia”, il ché aggiunge credibilità ai miei dubbi. Esaminato il tutto, non sarebbe il caso di rinfrescare l’argomento in una delle puntate della vostra trasmissione?

Nella speranza che l’argomento possa essere trattato in una delle prossime puntate della trasmissione, ringrazio tutto lo staff di “Mi manda Raitre” che ogni settimana ci insegna a difenderci e a far valere i diritti che spesso non sappiamo nemmeno di avere.

Biancamaria Aprosio

Al centro della politica

Sabina Guzzanti

Venerdì sera a Sanremo ho assistito all’ultimo lavoro di Sabina Guzzanti: Vilipendio.

Nonostante alcuni punti un po’ poveri e gratuiti, lo spettacolo è stato piuttosto gradevole. Non si smette mai di sparare a zero sulla politica, anche se molte cose stanno prendendo una piega diversa. E in questo cambiamento noto una sorta di involontario gemellaggio con gli altri due personaggi attualmente in auge nel panorama mediatico e antipolitico italiano: Beppe Grillo e Marco Travaglio.

Fino a una decina di anni fa, la tendenza di molte personalità dello spettacolo italiano era quello di stare “a sinistra”. L’antiberlusconismo restava all’ordine del giorno, mentre DS, Margerita e Rifondazione Comunista venivano comunque considerati piuttosto positivamente. Il nemico da combattere era l’imprenditore senza scrupoli che aveva come unico scopo sistemare le sue aziende e la sua famiglia.

Ora il nemico da combattere ha trovato nel Partito Democratico un nuovo alleato (la Sinistra Arcobaleno è troppo impegnata nei salotti per poter anche solo pensare di esistere). Un alleato fedele e permissivo, che quando è al governo non è capace di governare e quando è all’opposizione non riesce nemmeno a capire da che parte è girato. Per parafrasare un post di Spinoza, il PD non si rende nemmeno conto che la maggioranza continua a giocare a chi la spara più grossa:

  • la maggioranza propone una legge vergognosa;
  • la maggioranza, contemporaneamente, propone una seconda legge ancora più vergognosa;
  • il PD fa casino;
  • la maggioranza ritira la seconda proposta purché l’opposizione non faccia ostruzionismo sulla prima;
  • il PD ringrazia;
  • gli italiani se la prendono nel culo.

Questo è l’iter delle leggi dell’attuale governo.

Per rendere l’idea, prendiamo come esempio il Lodo Alfano.

  • la maggioranza propone una legge che blocca 100 mila processi, al fine di bloccarne i quattro di Berlusconi;
  • il PD fa casino;
  • la maggioranza ridimensiona la cosa proponendo di bloccare i processi solamente per le quattro più alte cariche dello stato;
  • il PD accetta e ringrazia;
  • gli italiani se la prendono nel culo.

Quello che piace è il finale, sempre lo stesso, come nelle migliori fiction televisive. Solo che queste di solito finiscono bene.

Tornando al discorso iniziale, i personaggi della televisione, anche se di ideali tendenti a sinistra, non ce la fanno più a parteggiare per i “rossi”. Si è così spostata la loro preferenza verso l’unico partito, ormai, che permette di respirare aria fresca: l’Italia dei Valori. Chi segue il mio blog può pensare che io sia di parte, però credo oggettivamente che la mia fotografia della situazione attuale sia drammaticamente come la sto descrivendo.

  • Beppe Grillo, nel suo blog, prende di mira praticamente tutti i politici italiani. L’unico che si salva è Antonio Di Pietro. Anzi, più volte nel blog viene sottolineato come l’Italia dei Valori sia l’unico partito del Parlamento Italiano senza condannati.
  • Marco Travaglio ha dichiarato pubblicamente di votare per l’Italia dei Valori. Inoltre nel suo recente spettacolo “Promemoria”, che consiglio a tutti, ha sempre un occhio di riguardo per Antonio Di Pietro.
  • Sabina Guzzanti ha partecipato all’incontro di Piazza Navona organizzato dall’Italia dei Valori contro l’attuale governo. Nonostante le critiche e le polemiche scoppiate per le sue dichiarazioni (su cui non mi pronuncio) e nonostante lo stesso Di Pietro si sia rivelato scettico a riguardo, il leader dell’Italia dei Valori a “Vilipendio” è sempre stato trattato in modo pacato, con un occhio di riguardo.

Questo post non vuole essere un “ve l’avevo detto”, ma anzi una triste constatazione che in Italia siamo davvero alla frutta: aggrapparsi a un partito che a stento raggiunge il 5% significa che la politica italiana è tutta da rifare.

Rimbocchiamoci le maniche.

Occupare il tempo…

Occupazione

Nell’Università di Pavia gli studenti hanno deciso di occupare. Ma in modo democristiano.

Insomma, nel Sessantotto quando gli studenti ce l’avevano con il governo facevano casino. Veramente casino. Ora si fa casino, ma col permesso di mamma e papà. D’altronde che figli di papà saremmo se non fosse così?

Ebbene, l’Aula II di Lettere e l’Aula VI di Scienze Politiche sono occupate. Ma cosa ne pensano le istituzioni? Che domande: sono perfettamente d’accordo. A parte il preside di Economia, prof. Bianchi, che in un suo intervento ha sostenuto una tesi di quelle davvero “rivoluzionaria”: quando era giovane lui si faceva più casino e si spaccava tutto. Loro non erano mica alle prime armi!

Gli studenti di Pavia, invece, occupano in maniera light. Durante il giorno organizzano eventi, offrono caffé, rendono disponibili tutti i quotidiani. Durante la notte dormono. Il tutto solo in un’aula, per gentile concessione. Le lezioni? Spostate in luoghi alternativi, con tanto di note ufficiali sui siti di Facoltà (lettere) (scienze politiche).

Una sera ho voluto assistere personalmente a questa “occupazione” scoprendo che:

  • L’Università non ha chiuso i cancelli per accedere alle aule occupate.
  • Gli studenti hanno però incatenato a doppia mandata i cancelli di cui sopra. Motivazione? Paura degli agguati neonazisti.

Ora, vorrei dare un consiglio ai neonazisti.

Aggiornatevi un po’, non andate in giro a picchiare i comunisti. Non sono veri comunisti, poverini. Credono di esserlo, ma in realtà occupano perché è divertente. Dai, ammettiamolo: è una figata dormire nelle aule universitarie e sentirsi per qualche sera dei veri rivoluzionari formato tascabile, essere in una vetrina e sembrare importanti e indispensabili per il futuro del paese. Almeno avranno qualcosa da raccontare ai figli.

E poi, se si vuole fare uno scherzone divertente, non c’è bisogno di usare la forza. È sufficiente acquistare una bella catena, di quelle antitutto, e “collaborare” alla buona chiusura del cancello. In questo modo il momento di gloria degli occupanti può essere congelato in eterno, per i posteri, in saecula saeculorum.

Effetti collaterali: se l’azione viene attuata lasciando elementi di entrambi i sessi all’interno delle aule, può esserci il serio pericolo che dopo l’apertura delle gabbie questi si siano moltiplicati a dismisura…