Il 112 e il silenzio dell’informazione

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Si mente o no quando un’informazione importante viene omessa? Possiamo dire che la nostra informazione è “imbavagliata” quando dà una notizia solamente in parte?

Questa sera il TG1 ha tanto lodato l’introduzione in Italia (e in particolare in Provincia di Varese) del 112 quale numero unico di emergenza. Da oggi, infatti, parte ufficialmente la sperimentazione che semplificherà la numerazione di emergenza in tutta Italia, convogliando le telefonate al 112, 113, 115 e 118 a un’unica numerazione, il 112 appunto, che poi si occuperà di smistare adeguatamente a chi di competenza.

I vantaggi di questa idea sono banali: in casi di effettiva emergenza, quando la mente non è lucidissima, è sufficiente ricordarsi a mente un solo numero, senza pensare “per i pompieri è il 115 o il 116?”.

Ebbene, la notizia è però stata data a metà. Nel servizio del TG1 non è stata minimamente citato il fatto che questa modifica sia una direttiva europea e che le altre nazioni europee si sono già adeguate. Infine, non meno importante, l’Italia è stata più volte bacchettata per il ritardo, fino alla minaccia (per ora) di una multa da capogiro.

Troppo facile, da parte del TG1, lodare come innovazione un ordine che viene dall’alto, raggiunto peraltro con ritardo.

La fine dei numeri

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Si dice spesso che i numeri vanno avanti all’infinito. È un processo induttivo: se riesco a trovare un punto di partenza e a generare sempre un “successivo” a partire da qualunque numero, allora questi sono infiniti.

Eppure non sarà così per l’INdAM, alias Istituto Nazionale di Alta Matematica. Questo ente di valorizzazione per gli studenti di matematica più meritevoli sta per soccombere sotto l’implacabile scure del Governo, volta a rimettere i bilanci a posto in un Paese, l’Italia, che ha sempre sperperato un po’ troppo.

Lo stesso Governo che qualche anno fa ci ha tolto l’ICI per la prima casa e per la Chiesa, lasciando in ginocchio centinaia di comuni, ora è costretto a trovare i soldi da qualche altra parte, senza però intaccare le promesse elettorali, ovvero senza aumentare le tasse.

Stessa sorte dell’INdAM tocca ad altri enti analoghi, che si prodigavano (anche e soprattutto economicamente) a portare avanti scienze come la matematica, la fisica, la chimica e molte altre, che ormai hanno perso interesse a favore di scienze politiche, comunicazione e biotecnologie.

Qui potete trovare l’appello online contro la chiusura dell’INdAM.

Update. Nonostante sul sito dell’INdAM l’appello rimanga, sembra che l’ente sia stato graziato.