Goodbye /2

Dopo Jobs, un altro dei grandi dell’informatica ha lasciato questo mondo. Si tratta di Dennis Ritchie, co-fondatore di Unix e diventato celebre per aver inventato il linguaggio di programmazione C.

 /* For Dennis Ritchie */ #include <stdio.h> void main ( ) { printf("Goodbye World n"); printf("RIP Dennis Ritchie"); }

@iRajanand tramite Kevin Mitnick.

La fuga dei ribelli

Visto che in rete non si parla d’altro, torniamo alla “legge bavaglio”.

Tra l’altro è buffo come in Italia si tenti di fare i furbi persino nell’atto di scrivere le leggi. Questa norma tanto contestata era pensata per limitare l’utilizzo delle intercettazioni. O, per lo meno, di limitarne la diffusione. Tuttavia poi sbuca fuori, come un coniglio dal cilindro, che nel testo è presente anche un pesantissimo comma per uccidere blog e siti web.

Ma cosa succede se ci trasferiamo all’estero?

Il ragionamento è semplice. In Italia, ad esempio, è vietato fumare nei locali pubblici. Bene. Ora ci trasferiamo in Germania, dove la legge (almeno a quanto ne so) non esiste. Entro in un locale pubblico e mi fumo la mia sigaretta. Può il legislatore italiano fare qualcosa per impedirmelo? No.

Ecco che quindi basta aprire un sito web all’estero per poter nuovamente “infrangere” questa regola. Ma come si fa a sapere se la legge è applicabile? Se un francese apre un blog e scrive una cosa che a Silvio non piace, può essere denunciato in Italia? Esiste una sorta di estradizione informatica? Sono domande, queste, che farò a un avvocato il prima possibile. Se infatti risultasse che un italiano può registrare un dominio all’estero e farsi il proprio sito in barba alla legge, allora direi che l’enorme sforzo di questo pessimo governo potrebbe risultare inutile.

Tra l’altro, per iniziare a rimboccarsi le maniche, ho visto che Tophost sconta del 90% il primo anno di un acquisto di un dominio .eu. Chissà dove si colloca, geograficamente, il dominio .eu. È penalmente perseguibile in Italia?

Nel dubbio, sto procedendo all’acquisto di ziorufus.eu. Consiglio, inoltre, di leggere l’ottimo articolo di commento alla chiusura di Wikipedia sul sito del Fatto Quotidiano.

Update. Ho trovato un articolo molto interessante sul blog di Mario Tedeschini Lalli: http://mariotedeschini.blog.kataweb.it/giornalismodaltri/2011/10/05/wikipedia-auto-oscurata-perche-solo-litaliano-mostruosita-giuridiche-e-paradossi-digitali/?ref=HREA-1. Non che questo articolo dia risposte, ma solleva il medesimo problema espresso in questo post.

Cosa fare? Nascondersi?

Quando il nostro amato cagnolino fa danni in giro, di solito si va a testa bassa a chiedere scusa. D’altra parte la colpa è nostra, perché il cane l’abbiamo scelto noi.

Ecco, una stessa cosa sta accadendo in questi giorni con la nostra nazione e il nostro Presidente del Consiglio: ci fa fare le solite figure di merda all’estero e noi a testa bassa ci sentiamo colpevoli. Che poi, cosa assurda, i più colpevoli si sentono quelli che non l’hanno nemmeno votato. Quelli che gli hanno regalato la Presidenza, infatti, pensano che stia facendo un ottimo lavoro. E il problema, il nodo cruciale della questione, è sempre l’informazione. Quando manca quella, il cittadino è lasciato allo sbando e non sa più di chi fidarsi.

Ad esempio oggi Wikipedia Italia ha chiuso i battenti. Sì, la bellissima enciclopedia cui siamo abituati trarre informazioni preziose per ora non esiste più. Colpa della nuova legge, in approvazione al Governo, secondo la quale un blogger è obbligato alla rettifica di una notizia se una delle persone citate nella notizia non ha apprezzato il contenuto. Quindi se scrivo che “Berlusconi non è adatto a fare il Presidente del Consiglio” (e badate bene che non ho scritto insulti) e a Berlusconi questa cosa non piace, io sono costretto a cancellare il post e a inserire al suo posto una rettifica. Pena una multa fino a 12 mila euro!

Ora, qualcuno può pensare che in realtà quei maledetti comunisti stiano come sempre esagerando. Infatti: con l’informazione in Italia che di fatto è in mano ai poteri forti, come ci si può fidare? Chi dice il vero?

Ebbene, il vero lo dicono, ad esempio, i siti stranieri. Quando si litiga con il proprio partner, cosa che in alcuni casi può accadere spesso, uno dei metodi migliori per vedere oggettivamente il problema è parlarne con una persona che non è in mezzo. I siti web stranieri, ad esempio, non hanno nulla da perdere e/o guadagnare da questa legge. Tuttavia, guarda caso, sono contrari.

Il Business Insider, ad esempio, inserisce la notizia della chiusura di Wikipedia con una eloquente fotografia del nostro Premier, giudicandola, in un articolo precedente, addirittura fascista. E se il termine “fascista” per noi è ormai ritornato quasi familiare, all’estero viene ancora visto (a destra e a sinistra) come un terribile morbo grave almeno quanto il comunismo per il nostro caro Silvio.