Se è vero che tutto ha un inizio e tutto ha una fine (la regola vale anche per l’Universo e mette d’accordo creazionisti ed evoluzionisti), è anche vero che spesso la fine avviene troppo presto.
Così se ne va un’istituzione come il Thunder Road, locale di Codevilla (vicino Pavia) sul cui piccolo/grande palco si sono succeduti gruppi e cantanti solisti di grande successo. La causa è la stessa che ha portato alla chiusura del cinema multisala del centro di Pavia: il padrone dei muri ha sfrattato gli affittuari per aggiungere cemento e quadruplicare la rendita dell’edificio.
Così dopo 16 anni di feste, concerti e incontri domani il Thunder chiude “a testa alta”, organizzando una grandiosa festa a partire dalle 16.00 per andare a oltranza, finché se ne ha voglia.
Nonostante le critiche da me mosse in occasione del concerto dei Marlene Kuntz, spiace vedere uno spazio di aggregazione spegnersi non perché non abbia funzionato, ma perché le logiche di mercato prevedono che un negozio di scarpe sia preferibile a un locale che organizza concerti. Se questa è la crisi, quella vera, allora vuol dire che non ha nemmeno quell’effetto positivo di ridurre la corsa all’acquisto di massa tipica del capitalismo degli ultimi anni. Si stava meglio quando si stava meglio.