Se questa è libertà

Ieri sera, al Festival di Sanremo, Adriano Celentano ha detto come al solito la sua. Tutti a lamentarsi, indignarsi, criticare. Come se non si sapesse già.

Purtroppo mi sono perso questo gioiello di televisione italiana, perché ieri sera avevo un altro impegno. Poco male: grazie al servizio Rai Replay del sito www.rai.tv posso riguardarmi la puntata per intero e farmi un’idea personale del discorso del Molleggiato. E invece no: mamma Rai, la televisione di stato che dovrebbe fare della libertà di espressione la sua peculiarità, ha rimosso quella parte di Festival. Non so se sia una questione contrattuale con Celentano o una scelta “politica”, ma sta di fatto che nel video di Rai Replay quella parte manca del tutto. D’altra parte una Irene Fornaciari alle 22.05 e subito dopo una Emma alle 23.19 fanno pensare a un impercettibile buco.

Del fattaccio si possono dare molti giudizi: che Celentano è un ignorante e dovrebbe cantare invece che parlare; che il Festival non è un talk show ma una gara canora; che la libertà di stampa impone che ciascuno pubblichi quello che vuole e che nessuno dovrebbe chiedere la chiusura di un giornale.

E invece hanno chiuso la bocca di chi l’ha detto, così si capisce chi dei due (da una parte Celentano, dall’altra la Chiesa) è più forte. Questo “editto sanremese” fa venire in mente il predecessore “bulgaro” di qualche anno fa: anche in quel caso c’era in ballo un gioco di poteri, che portarono alla conclusione opposta.

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