Come per ogni vacanza che si rispetti, l’ultimo giorno mette sempre un po’ di malinconia.
La mattina inizia in modo positivo, con la scoperta che le due “coinquiline” non hanno russato e che una di loro supera abbondantemente la linea di demarcazione tra “bello” e “brutto”. Dalla parte di “bello”, ovviamente.
Dopo una colazione fai-da-te nella cucina dell’ostello, ricca di fauna piuttosto variegata e di cibo piuttosto standard, una passeggiata nella storica città di Porto ci permette di raggiungere facilmente le vie centrali, costellate di negozi crisi, tendente abbandono, evidente povertà e, per fortuna, edifici dalle caratteristiche piastrelline azzurre, le azulejos. Solitamente utilizzate per decorare gli interni, a Porto le azulejos spiccano invece su chiese e palazzi dando un po’ di colore a questa città evidentemente colpita dalla crisi (nonostante la metropolitana nuovissima perfettamente funzionante).
Seguendo la linea di tram 22, storica almeno quanto la 28 di Lisbona, raggiungiamo la piazza del teatro, dove dopo qualche minuto ci raggiunge Maria Luisa, in ritardo sulla tabella di marcia per via della scoperta che dormire è bello.
La gita prosegue verso la Cattedrale (chiusa), il cui piazzale offre una splendida vista sulla sterminata distesa di cantine produttrici del vino locale, il Porto, in perfetto stile hollywoodiano (anche nei nomi, tipicamente anglosassoni).
Per pranzo ci raggiunge l’amica di Maria Luisa con il suo ragazzo. Andiamo a mangiare in un posto vicino al mare, nella periferia della città. Porto, infatti, nonostante il nome e l’apparente e ingannevole posizione sulle cartine, non è direttamente affacciata sul mare.
Parcheggiamo quindi l’automobile e ci deliziamo con un pranzo luculliano a prezzo bassissimo.
All’uscita, brutta sorpresa: qualche malintenzionato (probabilmente lo stesso losco figuro che ci ha “aiutato” a parcheggiare in perfetto stile napoletano) ha tentato di rubare la nostra preziosa Fiat Punto, per fortuna con esito negativo. Rimane però il danno alla serratura dell’auto, che Hertz quantificherà nella franchigia prevista dall’assicurazione: 70 euro. Poteva andare molto peggio.
Un po’ tristi per il funesto epilogo e un po’ per la vacanza ormai terminata, ci prepariamo alla partenza con uno dei tanti Boeing 737 di Ryanair.