Il voto disgiunto

Oggi è stato il giorno del voto.

Entrato nel seggio, mi sono reso conto che non mi ero informato sul voto disgiunto. Sapevo da tempo che si poteva votare un candidato sindaco e dare la preferenza per un candidato consigliere di un’altra lista, ma di fatto non avevo idea di come si facesse. Dove si deve mettere la croce? Devo metterne due? Posso metterne due?

Per questa volta, onde evitare di sbagliare e di rendere nullo il mio voto, mi sono astenuto dalla preferenza. Sperando di evitare che accada a qualcun altro, scriverò ora ciò che ho appena imparato su questa scelta di voto.

Il voto disgiunto, innanzi tutto, è una pratica utilizzata solo per le elezioni amministrative. Il motivo è semplice: in ambito locale è facile che ogni elettore conosca persone nelle quali ripone fiducia, pur appartenendo queste a liste politiche diverse. Per votare in questo modo si deve barrare il nome del candidato sindaco e semplicemente scrivere il nome del consigliere a fianco della lista cui il consigliere appartiene. Il fatto di barrare o meno anche il simbolo di lista del consigliere è del tutto facoltativo.

Ammetto che la regola è piuttosto semplice, in piena filosofia “cercare di comprendere le volontà dell’elettore senza però che quest’ultimo possa lasciar traccia del suo passaggio”, ma ugualmente non ho voluto rischiare. Sarà per la prossima volta.

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