La famiglia

Mulino Bianco

Ormai anche i manager del Mulino Bianco devono aggiornarsi. Il topos della famiglia perfetta rappresentata dagli spot anni Ottanta non vende più. Per rendersene conto è sufficiente analizzare le famiglie di quei politici che di famiglia se ne intendono. Quelli che tanto inneggiano ai valori cristiani e si fanno loro portavoce. Quelli che li sbandierano durante i gay-pride, nascondendosi dietro l’ignoranza loro e di quelli che li ascoltano.

Sul nuovo numero di Novella 2000, benché con meno evidenza della nuova love story di George Clooney, viene segnalato che Marco Follini ha ceduto ai piaceri della solitudine. Dopo aver lasciato il suo partito, ora lascia anche sua moglie. Tra qualche anno lo troveremo in cima a una montagna a fare l’eremita.

Ma lui è solo il primo di una lunga lista: Gianfranco Fini, ad esempio, si è separato dalla moglie e dai “valori intaccabili della famiglia” qualche mese fa; una scelta “dolorosa”, per sua stessa ammissione.

C’è poi chi vuole strafare e di famiglie ne ha due: ne sono illustri esempi il leader UDC Pier Ferdinando Casini e l’ormai ultrasettantenne Silvio Berlusconi, sempre in prima linea nella lotta contro i Pacs, i Dico, e tutti i nomignoli assurdi con cui l’attuale governo tenta di nascondere il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Altro che “il triangolo no, non l’avevo considerato”: il triangolo sì, perché two is megl che one, purché del sesso opposto, sia ben chiaro.

Per finire con una nota positiva, se i valori della Famiglia Mulino Bianco si perdono nella notte dei tempi, c’è ancora chi si limia a credere al Mulino Bianco lasciando da parte la Famiglia. Il suo nome è Enrico Emilio, e sul suo sito ha raccolto quasi 100 sorpresine che si trovavano nelle merendine Mulino Bianco degli anni Ottanta nella mitica scatoletta fiammiferi-style.

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