Posta certificata all’italiana

In questi giorni sto ricompilando le richieste per poter fare supplenze nelle scuole medie superiori. Nulla di che, tranne l’incredibile novità che da quest’anno è obbligatorio fare tutto online. Perfetto, ho pensato. Tuttavia c’è l’inghippo: occorre “certificare” che i dati inseriti siano corretti, per evitare iscrizioni di persone inesistenti.

La cosa può essere fatta in due modi: tramite la casella di posta elettronica certificata @istruzione.it oppure recandosi in un qualsiasi istituto superiore con il proprio documento.

Ora la domanda è: visto che il governo, nella figur(in)a del Ministro Brunetta, ha previsto per tutta la popolazione una casella di posta elettronica certificata @postacertificata.gov.it, non potevano permettere di usare quella? Perché, come sempre e in modo estremamente italiota, bisogna ennuplicare le informazioni sulla rete?

A ‘sto punto, tanto valeva rimanere al cartaceo.

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