Giornalismo scientifico senza mediatori

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Inserisco qui di seguito un post scritto con Mara Mazzola e pubblicato su Jekyll.

Le fonti dell’informazione scientifica cambiano all’insegna della disintermediazione, vale a dire il fenomeno per cui, grazie alla rete, gli scienziati cercano di parlare direttamente con i pubblici senza passare attraverso i professionisti dei media.

Già l’anno scorso aveva destato un’accesa discussione tra gli addetti ai lavori il sito Futurity.org, un aggregatore di comunicati stampa prodotti da differenti centri di ricerca americani che a differenza di iniziative simili già esistenti, come EurekaAlert dell’AAAS, presenta i contenuti ricavati dai comunicati con l’ausilio di immagini accattivanti e tecniche giornalistiche. I critici di sostengono che il sito mischia le carte tra la comunicazione istituzionale, le pubbliche relazioni e il giornalismo vero e proprio. I suoi sostenitori ritengono che favorire la comunicazione diretta degli scienziati attraverso il web e ridurre il numero dei passaggi intermedi è un fatto molto positivo perché permette finalmente la trasmissione delle “verità” della natura.

Ma ci sono molti altri esempi che mostrano quanto il panorama delle fonti di informazione scientifica si stia modificando con l’emergere dell’ecosistema digitale.

Sul portale FameLab, ad esempio, i ricercatori di diversi Paesi del mondo, tra cui Israele, Hong Kong, Turchia, Bulgaria, riescono a ottenere la giusta visibilità e a parlare delle proprie scoperte. I mezzi scelti sono i più disparati: testo, audio, video, infografiche, animazioni.

Un’altra esemplare dimostrazione di come un istituto di ricerca possa comunicare direttamente con il pubblico è il sito web The periodic table of videos realizzato dall’Università di Nottingham, in cui professori più o meno fotogenici (uno di loro ricorda molto da vicino Einstein) raccontano in prima persona vicende di attualità o recenti scoperte sui vari elementi della tavola periodica.

In questa sezione del nuovo Jekyll cercheremo di approfondire questa tematica cercando di analizzare soprattutto come la comparsa di nuove fonti modifica il mestiere del giornalista scientifico.

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