Il futuro del giornalismo

Il test che ho fatto per la SISSA prevedeva una rosa di sei argomenti, tutti di stampo scientifico, tra i quali ne ho selezionato uno sul futuro del giornalismo, con attenzione a quello scientifico. L’argomento è vasto e due facciate sono poche, tuttavia credo di aver composto un pezzo forse non bellissimo, ma all’altezza delle aspettative della Commissione. Un’eventuale mia presenza all’orale sarà la prova della mia previsione.
La paura della scomparsa dei giornali cartacei e della figura del giornalista professionista sono i soliti timori dell’istinto conservatore che contraddistingue l’essere umano. Quando la radio ha fatto la sua comparsa, si temeva lo stesso destino per i giornali cartacei: informazione in tempo reale, costi abbattuti, comodità. Stesso discorso per la televisione (che addirittura avrebbe dovuto spazzare via anche la radio). E invece sono tutti e tre in salute.
Ora che internet ha fatto la sua comparsa, tutti si aspettano la morte della carta stampata e della figura del giornalista professionista a causa della comparsa del cosiddetto citizen journalism, ovvero il giornalismo del cittadino, dal basso. Analizzando tuttavia la situazione attuale, si vede chiaramente che manca un personaggio in questo processo di cambiamento del giornalismo tradizionale: chi ci assicura che le informazioni trovate in giro per la rete siano affidabili?
Questo, dunque, è il futuro del giornalista: reperire le informazioni che la rete propone quotidianamente e marcarle con un sigillo che ne garantisca la veridicità e l’affidabilità.
Può darsi che in questa fase i giornali cartacei possano comunque subire perdite, anche pesanti, ma queste sono le regole del gioco.
Faccio un esempio. L’Unità, uno dei quotidiani più a rischio in Italia, vende attualmente circa 100 mila copie al giorno. Se dovesse chiudere da un giorno all’altro, le 100 mila persone che regolarmente lo acquistavano devono spostarsi su un’altra scelta. Forse non tutti troveranno l’alternativa alla loro lettura preferita, ma almeno un 80% (quindi 80 mila persone) passeranno a un altro giornale. Probabilmente si divideranno tra “Il Manifesto” e “Repubblica“, dipendentemente dalla loro devozione alle idee di centro sinistra (parte politica cui l’Unità appartiene). Questi due quotidiani aumenteranno quindi la vendita di copie, allungando la vita dei propri editori. Una sorta di “legge del più forte” che decreterà quali di questi quotidiani meritano la sopravvivenza e quali no.
Una volta che la situazione si sarà stabilizzata, forse il quotidiano cartaceo modificherà il suo scopo, puntando ad esempio più sul nome e sull’opinione piuttosto che sulla notizia, per la quale internet è ovviamente più veloce. Il giornale diventerà una sorta di versione “di lusso” dell’informazione.
Questa ovviamente è una mia personale ipotesi, che credo sia possibile e plausibile nel panorama del prossimo futuro. Poi, per il resto, i tempi cambiano in fretta, e un nuovo media potrebbe fare la sua comparsa per sconvolgere ulteriormente i delicati equilibri che governano l’informazione in questi anni.

11 thoughts on “Il futuro del giornalismo

  1. “Darwin dei giornali”, Confronti, Mercoledì 16 settembre 2009, n. 7
    http://web.ticino.com/cagnotti/articoli/darwingiornali.pdf

    Shevek

  2. Ma ti levi di ‘….
    Poo convinto il tipo
    ti piglieranno siuramente

  3. I giornali non scompariranno, ma dubito che tu entrerai alla Sissa…

  4. Alla faccia degli uccellacci del malaugurio, il titolare del blog ce l’ha fatta.

    Tié!

    S.

  5. ma il conto in banca s’è dimezzato…io con quei 6000 euro ci vado in polinesia…a parte tutto complimenti… frà

  6. E in Polinesia che ci vai a fare? A sbracarti sotto una palma? E poi? Alla fine diventi comunque cibo per vermi.

    Meglio Trieste, allora. Sarà poca cosa, non saranno i Sepolcri foscoliani, ma raccontare agli altri, condividere con gli altri umani la conoscenza acquisita dalla specie… beh, può riempire la vita. E darle un senso.

    S.

  7. …perchè nascondersi dietro una penna in campo scientifico? viltà o incapacità. e tutte le sfumature che vi stanno in mezzo.

  8. @fra
    Da che pulpito… perché nascondersi dietro a un indirizzo e-mail fasullo? Paura di esporsi in prima persona?
    Caro (o forse cara) “fra”, chi si cela dietro ai tuoi velenosi commenti?

  9. indirizzo e-mail fasullo?

  10. Yes, visto che, incuriosito dai tuoi interventi, ti ho scritto una e-mail all’indirizzo che hai indicato per chiederti se ci conoscessimo (approfitto per chiedertelo qui). Tuttavia tale indirizzo non esiste…
    Alessio

  11. guardati intorno…

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