Coraggio!

Italia dei valori

Non ho mai nascosto le mie idee politiche a nessuno, ma oggi voglio enfatizzare la mia posizione perché sono ottimista.

Ottimista, davvero, perché il leader dell’Italia dei Valori, Antonio di Pietro, ha pubblicato sul suo sito web 11 punti chiave della sua campagna elettorale, condivisi dal sottoscritto al 100%. Trovo molto coraggioso l’inserimento di alcuni di essi, che io non considero né di destra, né di sinistra. Tra questi compaiono, in ordine sparso: percentuale massima di precari in azienda al 10%, obbligo per gli stranieri di scontare pene nel Paese di origine, eliminazione del conflitto di interessi, una sola televisione pubblica senza pubblicità, eliminazione dei finanziamenti pubblici all’editoria, interdizione ai condannati in Parlamento, estensione di tutti i diritti alle coppie di fatto, abolizione delle Province.

Sono cosciente del fatto che per ora sono solo parole, ma una prima “prova” della buona fede dell’iniziativa si può toccare con mano. L’Italia dei Valori è attualmente in coalizione con il Partito Democratico, che ha accettato senza condizioni l’eliminazione dei condannati tra i candidati del partito. Questo vuol dire che tutti i candidati del Partito Democratico e dell’Italia dei Valori hanno la fedina penale pulita.

Si legge dal sito di Antonio di Pietro:

Ho ricevuto un impegno: si andrà proprio nella direzione che noi abbiamo voluto, a cominciare da un impegno formale non solo di fare una legge con cui i condannati non si potranno più candidare, ma cominceremo noi stessi, sia l’Italia dei Valori come il Partito Democratico, al nostro interno e a prescindere dalla legge, a non candidare persone condannate.

In un paese normale, questo dovrebbe essere la prassi, ma siccome non siamo in un paese normale, la visione distorta che abbiamo della politica fa sì che questo sembri un’innovazione che dà speranza.

E, per quanto mi riguarda, sta funzionando. In particolare aggiungendo due particolari fondamentali del Partito Democratico:

  1. Innanzi tutto la capacità di Veltroni di “smarcarsi” da Prodi, il cui governo non fa certo una buona pubblicità al nuovo partito. Un po’ per colpa della legge elettorale, un po’ per colpa dell’accozzaglia di idee che raggruppava la coalizione, il lavoro dell’ex premier era impossibile fin dal principio.
  2. In secondo luogo l’allontanamento dell’estrema sinistra la quale, nonostante la sua reputazione “pulita”, rischierebbe da una parte di frenare il governo (come è successo in passato) e dall’altra di far perdere i consensi degli elettori centristi.

Rimane ancora il problema Binetti, ma dopo le dichiarazioni del Papa di qualche giorno fa, Walter Veltroni, leader del Partito Democratico, potrebbe aver promesso all’ex senatrice la successione di Benedetto XVI in cambio del suo silenzio.

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