Continuate pure

Quando si dice il “web 2.0”, una nuova dimensione della rete che coinvolge l’utente e permette a quest’ultimo di interagire in prima persona con il sito.

E’ quanto ha fatto Spinoza, il non plus ultra della satira graffiante. In un post a dir poco geniale, gli autori hanno dato il “la” a una competizione letteraria nel trovare le discipline olimpiche più assurde. “Nuoto grecoromano” e “salto con l’asta sincronizzato”, giusto per fare un esempio. Il tutto seguito dall’immancabile (dato il genere) “Continuate pure”.

La comunità non si è fatta attendere: “50 km stile libero”, “salto in largo”, “fioretto senza” (indubbiamente uno dei più geniali).Chi volesse partecipare alla competizione, segua questo link.

Il medesimo concetto del “continuate pure”, per gli appassionati, è nascosto ma innegabile nel geniale post di Stark, uno degli autori di Spinoza, disponibile qui. Consiglio vivamente di farci un salto…

Brillante weblog

Anche se in genere non amo particolarmente (anzi, spesso detesto) le catene di Sant’Antonio, vorrei comunque “stare al gioco” di Brillante Weblog. L’iniziativa consiste nel segnalare sette blog interessanti e invitare questi a fare lo stesso sul proprio blog.

Un redattore di Inchiostro, nel suo blog, mi segnala tra i sette “eletti”, rendendomi quindi involontariamente protagonista di questa catena.

Il blog che mi ha segnalato:

I sette blog che mi fa piacere segnalare:

  • Voglio Scendere
    Si tratta della vetrina ufficiale dei tre giornalisti Corrias, Gomez, Travaglio.
  • Spinoza
    Un blog serissimo, come scrive il suo creatore. Semplicemente geniale, aggiungo io.
  • Hic est Lyon
    Il blog di Andrea, un ragazzo italiano emigrato in Francia con una particolare predisposizione verso il giornalismo.
  • Non pianeta, ma stella
    Uno dei blog più simili al mio, gestito da una ragazza pugliese.
  • Inchiostro
    Il blog del giornale degli studenti dell’Università di Pavia.
  • Mau
    Il sito personale, con annesso blog, di Maurizio Codogno, un appassionato di matematica.
  • Marzapower
    Il blog personale di Daniele, il mio coinquilino.

Saggezza animale

Gallo

C’è chi li usa come passatempo, chi come compagnia e chi semplicemente li mangia. In un modo o nell’altro, quelli noi chiamiamo “animali” (perché spesso dimentichiamo che lo siamo anche noi) sono indispensabili per la nostra esistenza.

Ok, la pianto di imitare Quark.

Nei giorni scorsi sono tornato a casa e, girando in campagna, ho scoperto un po’ di cose sugli animali, e anche sullo spirito dei contadini.

Un primo quesito che mi sono sempre posto è la differenza tra pollo e gallo. Entrambi sono maschi, e questo lo sapevo, ma quale fosse la differenza rimaneva sostanzialmente un mistero. Quando vado dal macellaio ordino un pollo, non un gallo.

Ebbene, rullo di tamburi: il pollo è l’essenza del gallo e della gallina, prima che la sessualità dell’uno o dell’altro possa venire fuori. Come un bimbo umano insomma, la cui sessualità è definita solo se si va a guardare bene a fondo. Effettivamente nel genere umano spesso la sessualità è più ambigua nell’adulto, ma per fortuna gli animali vedono tutto bianco o nero.
Di solito, tra l’altro, il pollo viene castrato, in modo che cresca di più. Deve diventare un pelandrone, e per questo basterebbe insegnargli come si usa la Playstation.
Se poi lo si lascia crescere oltremodo, il pollo non castrato diventa gallo (e se ne bulla anche un po’), mentre il poveretto privato della sua sessualità diventa quello che in cucina viene definito cappone. Forse per qualcuno queste informazioni saranno note, ma io ammettendo la mia ignoranza in materia rendo pubblica la scoperta.

Un altro esempio simile è quello del toro, che viene chiamato vitellone quando gli cascano le palle (aiutate, oltre che dalla gravità, anche da una lama tagliente).

Questo racconto, che a molti probabilmente ricorda Il vecchio e il bambino di Francesco Guccini, si conclude con una perla lasciatami dal contadino: “Se castrassero tutti quelli che si fanno prete, non si farebbe più prete nessuno”. Eh, la saggezza popolare…

30 febbraio

Trenta

No, non sono impazzito. Semplicemente mi piacerebbe che oggi, invece di essere il 1° marzo, fosse il 30 febbraio.

È un’ingiustizia. Perché deve esserci un mese che ha meno giorni degli altri? Perché non si può fare come nel calendario rivoluzionario francese, in cui tutti i mesi, democraticamente, contavano 30 giorni?

Il Partito Democratico, per rispetto del nome che porta, deve risolvere questo problema.

I russi ci avevano provato dopo la Rivoluzione d’Ottobre, passando dal calendario giuliano a quello gregoriano e successivamente a una versione “semplificata” in cui tutti i mesi avevano 30 giorni, più cinque o sei giorni addizionali, tutti festivi, non appartenenti ad alcun mese. Quindi nel 1930 e nel 1931 sono esistiti due 30 febbraio: sì, perché i russi hanno cambiato il calendario senza cambiare il nome dei mesi.

Per chi pensa che “così non vale”, c’è anche un unico caso, in Svezia, di 30 febbraio “genuino”. Gli svedesi, a cavallo del 1700, volevano cambiare calendario, anch’essi dal giuliano al gregoriano; per compensare i dieci giorni mancanti decisero di abolire il 29 febbraio per dieci volte (40 anni). Iniziarono proprio dal 1700, ma se ne dimenticarono nel 1704 e nel 1708. Alla fine stabilirono che era più semplice tornare al calendario precedente (quello giuliano), cui però mancava il giorno 29 febbraio 1700, abolito per la decisione precedente. La soluzione fu presto detta: aggiungere un 30 febbraio 1912 per ristabilire l’ordine.

Per concludere con una chicca, in un discorso ufficiale il Presidente degli Stati Uniti George W. Bush disse per sbaglio 30 febbraio al posto di 30 settembre…

L’importante è che se ne parli

Pubblicità hotel

Ognuno utilizza il metodo che preferisce per pubblicizzare la sua attività. Un motore di ricerca olandese per alberghi ha sfruttato le pecorelle che bivaccano nei prati per sponsorizzare la sua attività.

Ma questo è niente in confronto a tutte quelle aziende che decidono di sfruttare la pubblicità negativa, spesso più semplice da procurarsi rispetto a quella positiva (e decisamente meno costosa).

Una di queste aziende è il noto quotidiano la Repubblica, nella sua versione online. Ogni sito web, infatti, può inserire nel proprio codice un elenco di parole chiave che più rappresentano il sito. Ad esempio nel codice di questo blog la stringa è

<meta name="keywords" content="ziorufus, zio rufus, alessio, palmero, aprosio, blog, universita, università, religione, cultura, matematica, informatica, computer, pavia" />

che in sostanza dice ai motori di ricerca di incrementare la mia posizione se qualcuno inserisce una delle parole presenti nella lista. Ovviamente non è tutto oro quel che luccica: considerando la quantità di siti che parlano di “politica”, inserendo tale lemma nelle parole chiave ho poche speranze che alla richiesta “politica” Google risponda con il mio sito. O magari lo dice a pagina 230.

Repubblica è andata oltre. Il suo elenco di parole chiave è

<meta name="keywords" content="La Repubblica, notizie internazionale, giornaliere, nazionale, politics, scienze, business, affari, finanza, sport, cronaca, international news, daily newspaper, national, politics, science, business, your money, breaking news, business technology, technology, circuits, navigator, sports, editorial, forum, discussioni, sondaggi, calendari modelle, moda, bellezza, fashion, glamour, oroscopo, concorsi, lavoro, finanza, borsa in diretta, Piazza Affari, Mibtel, Wall Street, ricerca e annunci di lavoro, assicurazioni online, scuola, università, gallerie fotografiche e immagini, webcam, sms, vignette, commenti, motori, polizze auto e moto, listini prezzi, salute, terme, farmaci, medicine, previsioni meteo, programmi tv, programmazione cinematografica, radio, canzoni, testi, Mp3, shareware, freeware, cellulari, programmi, audio, video, giochi, lotto, totocalcio, enalotto, superenalotto, estrazioni. Tutti gli approfondimenti: sport, calcio, gol, marcatori, classifica, coppe europee, basket, Formula 1, Ferrari e Schumacher, Fantacalcio, Parlamento, leggi, elezioni, deputati, senatori, Forza Italia, Ds, An, Lega, Margherita, Udc, Udeur, Rifondazione comunista, manifestazioni, cortei, scontri, sindacati, governo Berlusconi, Confindustria, Rai, Mediaset, satira, terrorismo, giustizia, giudici, processi, mafia, cronaca, rapine, violenze sessuali, omicidi, pedofilia, terremoti, incendi, maltempo, previsioni meteo, turismo, viaggi, week end, mare, montagna, laghi, alberghi, voli aerei, crociere, videogiochi, casa, mutui, computer, pc, Microsoft, Apple, Ibm, Sony, Nintendo, Playstation, informatica" />

A parte l’errore “notizie internazionale” che compare quasi subito, ci sono altri termini che mi rendono perplesso, come “pedofilia”, “violenze sessuali”, “terrorismo”, più tutti i partiti politici. Non male anche la scelta di inserire “mp3” e “calendari modelle” che, anche se non sono argomenti propri del quotidiano, attirano sicuramente visite.

Zio Rufus – Lo sai che Repubblica ha un sacco di parole chiave?
Doretta – Certo che repubblica ce l’ha!
Zio Rufus – io non ne andrei tanto fiero…
Doretta – Che peccato!

Stupidità Artificiale

Doretta

È dal 1800 che si parla di Intelligenza Artificiale, ed è dagli anni Sessanta del secolo scorso che si tenta di costruire una macchina che riesca a “sembrare” un essere umano. D’altra parte il test di Turing, ancora oggi rimasto nel solo ambito della teoria, prevede appunto che una macchina si possa definire intelligente solo se indistinguibile da un essere umano (chiaramente escludendo riconoscimenti vocali o calligrafici).

Bene, pochi giorni fa ho scoperto l’antitesi di tutto ciò, ovvero la stupidità artificiale. Si tratta di un finto utente di Windows Messenger creato da Microsoft, doretta82@live.it, che risponde a tutte le domande che volete farle: come stai? dove vivi? cosa stai facendo? Il lato divertente è il tipo di risposta, degna di una ragazzina di 16 anni (e non di 25 come vorrebbe far credere), infarcito di slang tipici delle chat e di emoticons. Il lato drammatico, invece, riguarda il fine ultimo della conversazione, che di solito spazia tra link al suo blog, dove ci sono solo foto di un fisico ultra-sexy privo di testa (in tutti i sensi, probabilmente), oppure link ai vari servizi di Windows Live. Una mera mossa pubblicitaria, in sostanza, che poteva essere gestita decisamente meglio.

Provate a chiederle una fotografia o cosa fa nella vita. Vi risponderà più o meno a tono. Ma andate su qualcosa di più sostanzioso, tipo “Qual è il tuo libro preferito?”, e scoprirete la sua vera intelligenza: “Leggo tante riviste di moda, anche su internet!”.

La frase più divertente? Ditele: “Sei davvero stupida”. Le risposte spazieranno da “E allora? Lo sei anche tu?” a “Ci sarai tu!”, dall’estrema “A furia di chattare con te ;-)” alla più blanda “Più che altro sono sbadata, ma non è carino che tu mi dica questo :-(“. I programmatori di casa Microsoft, insomma, intuendo quale sarebbe stata la domanda più gettonata, hanno investito tempo ed energie a far sì che le risposte fossero il più varie possibile.

Libero

Libero

Sì, è proprio Internet Explorer. Visto che lo screenshot doveva rappresentare qualcosa di negativo, ho voluto che il quadretto fosse completo.

Il “qualcosa di negativo” in questione altro non è che il portale di Libero, una indubbia comodità se tutto va bene, ma il peggio incubo che vi può capitare se qualcosa va storto. A me ad esempio, il giorno 10 dicembre qualcuno è entrato nel mio account (ziorufus@libero.it, casomai l’ignoto fosse all’ascolto) e ne ha modificato i dati di accesso.

Telefono quindi all’assistenza clienti, modica cifra di 24 centesimi al minuto, per sentirmi dire che per resettare la password era necessario inviare un fax scaricabile da internet. Il documento, in particolare, era una sorta di autorizzazione di libero.it a impostare la password a 12345. Soluzione ottimale se il legittimo proprietario ha dimenticato la password, ma decisamente pericolosa se l’account è stato sottratto da qualcun altro, come nel mio caso. Cosa sarebbe successo se l’ignoto (ovviamente a conoscenza del sistema di reset delle password di Libero) fosse rientrato, battendomi sul tempo, con 12345 e avesse nuovamente modificato la password? Riapertura delle danze?

In ogni caso mi sono fatto uno script PHP che metto a disposizione del mondo. Se inserito in una pianificazione (tipo: ogni minuto), invia una mail a un indirizzo alternativo in caso di riuscita del fatidico login 12345. Purtroppo i falsi positivi capitano (ma può essere migliorato), tuttavia se arrivano 10/12 mail di fila vuol dire che l’account è a posto!

function openhttp($pagina, $post) {
    $header = $stringa = "";
    $header .= "POST ".$pagina." HTTP/1.0rn";
    $header .= "Content-Type: application/x-www-form-urlencodedrn";
    $header .= "Content-Length: " . strlen($post) . "rnrn";
    $fp = fsockopen('wpop10.libero.it', 80, $errno, $errstr, 30);

    if ($fp) {
        fputs ($fp, $header . $post);
        while (!feof($fp)) {
            $stringa .= fgets ($fp, 1024);
        }
        fclose($fp);
        return $stringa;
    }
    else {
        return false;
    }
}

$req = "choice=libero%2Eit&dominio=libero%2Eit&".
    "u=&d=&password=&LOGIN=ziorufus&PASSWD=12345&Act_Login=";
$Stringa = $header = "";

$Stringa = openhttp("http://wpop10.libero.it/email.php", $req);

ereg("Content-Length: ([0-9]+)", $Stringa, $ris);
if ($ris[1] != 89) {
    mail("alessio@apnetwork.it", "Alleluja!", "", "From: alessio@apnetwork.it");
}

Chiaramente al posto di ziorufus andrà inserito il proprio login.

Per proseguire la mia storiella, sono capitati due fatti tipicamente italiani che mi hanno lasciato alquanto perplesso.

  1. La denuncia alla Polizia Postale sarà portata a termine all’incirca in un anno, a causa del nostro sistema burocratico molto snello.
  2. Sono riuscito a recuperare il mio account di Libero, ma non grazie al fax, bensì grazie a una “conoscenza interna” all’azienda, in quanto l’intestazione con cui ero registrato sul portale non comprendeva il mio secondo cognome, aggiunto successivamente, presente però sul documento. “Non si può fare nulla”, è stata la risposta degli operatori di Libero.

Che bella l’Italia!

Sistema operativo o carro armato?

Mac Os X Leopard

Forse non tutti ricordano la divertente campagna pubblicitaria di Esselunga di fine Anni Novanta (precedente a quella più famosa delle caricature di personaggi celebri): ciascun manifesto consisteva di un frutto che, a colpo d’occhio, poteva essere interpretato anche in un altro modo. La stessa idea è stata anche ritentata nell’ultima campagna, ma con scarsi risultati e scarso successo.

Che Apple abbia preso spunto?

Tutti infatti sostengono che Leopard, il nuovo sistema operativo della Mela, sia una vera bomba. Io aggiungo qualcosa in più: Mac Os X Leopard è un vero carro armato.

Sul serio.

Ma non è tutto: ogni versione di Mac Os X è un carro armato. Il primo “interessante” è Panther, ovviamente. Per poi seguire con Tiger, che ha avuto addiruttura due “versioni”, il Tiger I e il Tiger II, entrambi gioiellini dell’armata tedesca della Seconda Guerra Mondiale.

Come non concludere la selezione con il fiore all’occhiello di casa Apple e dell’artiglieria pesante tedesca? Leopard, anch’esso uscito in due versioni: Leopard I e Leopard II.

Per la Mela, dunque, si prospetta un futuro scoppiettante…

Diamo i numeri

Natalie Portman

La foto potrebbe trarre in inganno, così come le categorie cui appartiene questo post. Eppure non c’è limite ai legami, mentali e non, che l’uomo riesce a fare tra argomenti più disparati.

Perché è di legami che si tratta. Un famoso matematico ungherese, Paul Erdos, era diventato negli anni Sessante il protagonista di un divertente “gioco” messo in piedi in conseguenza alla sua incredibile fertilità artistica. Poiché nella sua vita ha scritto articoli con ben 509 matematici diversi, era usanza tra gli addetti ai lavori chiedersi quale fosse il numero di Erdos di ciascuno. Tale valore altro non era che il numero minimo di collaborazioni (in termini di articoli) per “arrivare a lui”. Ad esempio chi avesse scritto un articolo con Erdos stesso aveva numero di Erdos 1, chi avesse scritto un articolo con uno di questi ultimi aveva numero di Erdos 2, e così via. Il Prof. Gilardi, docente di Analisi a Pavia, sfoggia sulle pagine del suo sito il numero di Erdos 4.

Ecco che i numeri, i legami e la matematica iniziano a rischiarare questo post dai mille significati. Ma che cosa c’entra Natalie Portman (l’attrice nelle foto) in tutto questo carosello di scienziati? Ebbene, girando sul web ho scoperto che la sexy-Imperatrice di Star Wars possiede un numero di Erdos. Ed è 7, per la precisione, come scrivono i molti siti amatoriali a lei dedicati e come giustamente scrive anche Wikipedia. L’articolo che la proietta nel mondo della scienza è Frontal Lobe Activation during Object Permanence: Data from Near-Infrared Spectroscopy, scritto a 12 mani nel 2001. Nel paper l’attrice ha ovviamente usato il suo vero nome, Natalie Hershlag, e la sua laurea in psicologia.

E poi dicono che i laureati in psicologia non trovano lavoro…

Forse non tutti sanno che…

Campus Lucca

Socrate diceva che “la vera saggezza sta in colui che sa di non sapere”, e a volte conoscere può essere utile e divertente. Ad esempio sapere dell’esistenza di un’Università di Scienze Gastronomiche può essere utile per decidere dove andare a mangiare. Come si legge sul loro sito, questo Ateneo “unico nel suo genere nel panorama mondiale, è promosso da Slow Food, con la collaborazione di due Regioni, Emilia-Romagna e Piemonte“.

Ora, se io dicessi che l’Università di Pavia è anche l’Università del Turismo? Ecco che i miei 25 lettori strabuzzeranno gli occhi: e che cosa c’entra Pavia con l’Università del Turismo? ma esiste veramente l’Università del Turismo? (A rileggere le ultime due domande, sarebbe più sensato formularle nell’ordine inverso; tuttavia sono sicuro che le state pensando esattamente nell’ordine in cui le ho scritte)

Se volete risposte, cliccate sul sito Campus Lucca. A questo punto 24 di 25 lettori si chiederanno: “Ma qui c’è la risposta solamente alla seconda domanda”.

Ma allora che cosa è quel simpatico logo che campeggia in alto a sinistra?