A ognuno il suo dio

Oggi il noto sito web Pontifex ha pubblicato un articolo (riportato poi da Internet Politica) che definisce il crollo del palco del concerto di Jovanotti come un segnale divino contro il “menestrello del vietato vietare”. In particolare, secondo il blog “vagamente” cattolico, “Dio non manda certamente il male che non vuole. Dio non chiede sofferenze agli umani, ma si ribella e acconsente… acché Satana ci metta alla prova”.

Satana forse ci ha messo alla prova perché ascoltiamo Jovanotti, ma cosa dire delle centinaia di migliaia di morti del terremoto di Haiti, oppure degli spagnoli che hanno perso la vita negli attentati dell’11 marzo 2004, solo per citare i più cattolici? Sarà forse stato un dio di qualche altra religione che li ha messi alla prova, il che tra l’altro ammetterebbe l’esistenza di altre religioni oltre a quella cattolica? Oppure semplicemente il dio cristiano era distratto in quel momento, ma ci vedeva benissimo nel permettere la morte del ragazzo triestino?

Non ho le competenze di rispondere a queste domande, ma di sicuro un altro dio, quello della rete, ha scagliato (e, sì, volontariamente) il suo anatema sul sito che ha pubblicato il post: da qualche ora, infatti, le sue pagine non sono accessibili e sulla homepage è rimasto solo il loro canale Twitter, in cui i malcapitati (ma il loro dio dov’era?) lamentano appunto di essere stati invasi da orde di eretici hacker.

Mai far infuriare il dio del web, perché quello si incazza di sicuro!

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