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Tre in fila

Cruciverbone

Chi vuol essere milionario (e millenario)?

Prologo
Capitolo I
Capitolo II
Capitolo III
Capitolo IV
Capitolo V
Capitolo VI
Capitolo VII
Capitolo VIII
Capitolo IX
Capitolo X
Epilogo

CAPITOLO V

Il tovagliolo recitava:
Sia n un numero con più di due cifre, posso scriverlo come 10a + b, dove b è un numero minore di 10. Ad esempio se n = 1341, posso scriverlo 1341 = 134 * 10 + 1, quindi a = 134 e b = 1.
Ora la regola dice che se a - 2b è divisibile per 7, allora lo è anche n.
Scriviamo quindi a - 2b = 7k, dobbiamo far vedere che n può essere scritto come n = 7h per qualche h intero.
Se a - 2b = 7k, allora a = 7k + 2b. Sostituendolo in n = 10a + b otteniamo n = 10 * (7k + 2b) + b = 70k + 21b = 7 * (10k + 3b), come volevasi dimostrare.

- La vostra dimostrazione mi sembra buona. - disse Chiara
- Lo credo bene - rispose Dario
Intervenne Andrea nella discussione:
- Ragazzi, mi sembra che stiamo scadendo un po'. Programmi per oggi pomeriggio?
- Lezioni non ne abbiamo.
- Mi hanno detto che c'è una specie di festa inaugurale poco fuori città per tutti gli studenti iscritti al primo anno.
- Sì, ma sarà questa sera.
- Alle 22.
- Beh, allora possiamo vederci magari più tardi, così abbiamo anche il tempo di mettere a posto le cose nelle nostre rispettive abitazioni.
- E di prepararci - intervenne Giulia
- Ben detto, Giulia! - disse Chiara
- Ho capito, Ci vediamo stasera, facciamo verso le nove? Andiamo con la mia macchina. - disse il motorizzato Dario
- Ma dove è questa festa? - chiese Giulia
- Credo che sia un una cascina poco fuori città.
- Ok, ci vediamo stasera alle nove in piazza, ok?
- Va bene, a dopo.

Per permettere alla storia di passare tutto il pomeriggio, ecco la dimostrazione del problema di cui si è parlato prima. Per cercare i divisori di un numero basta controllare tutti i numeri primi minori o uguali alla radice del numero stesso.

In realtà la risposta è molto semplice. Sia n il numero di cui si vogliono calcolare i fattori primi. Ovviamente non consideriamo n come divisore, in quanto banale.
Nel caso in cui il numero non abbia divisori la regola banalmente funziona: se non ne troviamo prima della radice di n, allora concludiamo che non ce ne sono, il che è vero per ipotesi.
Ipotizziamo invece che il numero abbia un divisore. Se esso si trova prima della radice di n, lo troviamo; quindi possiamo tranquillamente supporre che sia maggiore della radice di n.
Detto k tale divisore, esisterà un numero h tale che hk = n, per definizione di divisore. Ricordiamo che per quanto detto sopra, sicuramente k < n.
Sia ora m il numero (reale e positivo) tale che m2 = n. Allora hk = m2. Ma k > m, quindi m2 = hk > hm, da cui si deduce, semplificando per m, che m > h, ovvero: se esiste un divisore k maggiore della radice di n, allora ne esisterà anche un altro h minore della radice di n. Una volta trovato h, è sufficiente fare n / h per trovare l'altro divisore k.
Quindi, una volta trovati tutti i divisori minori della radice di n, abbiamo anche automaticamente trovato tutti quelli maggiori.

La sera si trovarono tutti in piazza alle nove, più o meno in punto. Le ragazze arrivarono con qualche minuto di ritardo.
- E poi dicono che noi uomini abbiamo pregiudizi nei vostri confronti. - disse Andrea
- Dai, che sono solo cinque minuti. - rispose Giulia
Dario diplomaticamente disse:
- Salite in macchina, altrimenti non arriviamo più. Voi sapete dove andare?
- Certo! - rispose Andrea
- Qualcun altro sa dove dobbiamo andare? - disse sorridendo Dario
- Non ti fidi più di me? Al massimo chiediamo a qualcuno che incontriamo sulla strada, così da sfatare questo mito secondo cui gli uomini non vogliono mai chiedere informazioni.
- Io non ho mai detto niente, - intervenne Giulia - e poi siete voi quelli dei pregiudizi. Prima il bagno, ora il ritardo...
- C'è un bivio. Dove devo andare? - disse Dario - Il cartello è caduto.

I ragazzi si trovavano presso un bivio, ormai si era fatto buio. Sul lato della strada c'era un giovanotto che sembrava straniero, anch'egli con la sua macchina.
- Lui sicuramente saprà dove andare per la festa inaugurale. - disse Andrea
- Prova a chiederglielo. - rispose Dario
- Ora provo... Mi scusi, - il ragazzo si voltò e rimase in silenzio con un'espressione distaccata - saprebbe indicarmi la strada per la festa inaugurale dell'Università?
Il giovane rimase in silenzio e parve arrabbiato per il disturbo che i quattro studenti gli stavano creando.
Dall'altro lato della strada si sentì una voce:
- È svizzero.
A parlare era una persona piuttosto anziana, che sembrava essere apparso dal nulla.
Andrea si avvicinò al nuovo arrivato:
- Mi scusi, buon uomo, stiamo cercando una festa, non vediamo nessuno e a questo punto crediamo di esserci persi. Ci saprebbe indicare la strada per la cascina?
- Non so proprio aiutarvi, mi spiace. Sicuramente però lui potrà esservi di aiuto, solo che è svizzero.
- Quindi capisce e parla la nostra lingua, o per lo meno il francese, no?
- Nemmeno per sogno. Conosce solo lo svizzero.
- Ma che lingua è lo svizzero? In Svizzera parlano italiano, francese e tedesco. Non parlano lo svizzero.
- E invece questo parla lo svizzero, però capisce giustamente le tre lingue che hai appena elencato. Solo che non le parla.
- E come fa a rispondermi?
- Ti posso dire che "ra" e "ti" vogliono dire sì o no, ma non so quale dei due vuol dire sì e quale no.
- Beh, questo vuol dire che devo fargli una domanda la cui risposta sia sì o no, che per lui saranno ra e ti.
- Esatto, ma ricordati che non sai qual è il significato singolo dei due termini.
- Beh, non è un problema, ho già in mente la domanda da fargli, sempre che lui capisca la mia lingua.
- Certo, la capisce alla perfezione.
Andrea si avvicinò al ragazzo svizzero quando il vecchio lo interruppe:
- Ah, dimenticavo. Gli svizzeri sono un popolo molto strano. Alcuni dicono sempre la verità, altri sempre il falso. Tieni conto di questo nella tua domanda.
- Ho capito, ma questo qui - indicando il giovane - è uno di quelli che mente sempre o uno di quelli che dice sempre la verità?
- Non ne ho la più pallida idea.
- Beh, prima gli faccio una domanda per sapere questo, e poi quella per farmi dire qual è la strada giusta.
- Non credo che così funzioni. Gli svizzeri di solito si arrabbiano se devono rispondere a più di una domanda.
- Vuole dire che devo fargli una sola domanda?
- Già, una sola.
- Ma non so né se dice il vero o il falso, né cosa vogliono dire ra e ti. E tantomeno conosco la strada giusta.
- È un grosso problema, ma dovrai cavartela da solo, sempre che tu voglia andare alla festa.
Andrea si girò verso gli altri:
- Ragazzi, vogliamo proprio andare alla festa?
- Beh, possiamo optare per un gelato in centro... - disse Giulia
- No, io voglio andare alla festa. E poi non vedete che è una sfida? Secondo me è una specie di test d'ingresso per poter andare alla festa! - interruppe Dario
Anche Andrea era d'accordo:
- Hai ragione, Dario, e poi questi giochini da dilettanti non dovrebbero spaventarci. Mettiamoci di buona lena e pensiamo a questa maledetta domanda.


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